Presentata al ristorante “Metamorfosi” di Roma la seconda edizione della guida ai frantoi artigiani “Pane&Olio”, edita da Sitcom.
All’evento, oltre agli ideatori e curatori Fabrizia Cusani e Giampaolo Sodano, sono intervenuti Piero Gonnelli (Presidente AIFO), Massimo Gargano (Presidente Unaprol), Fabrizio Mangoni (Università di Napoli), Tiziana Sarnari (Analista ISMEA) e Mauro Loy. Il numero uno della Methos, durante il dibattito moderato dai giornalisti Bruno Gambacorta e Francesca Topi, ha spiegato come il mercato evidenzi sempre di più la domanda di prodotti di qualità, a prezzi consoni.
Questa necessità -sostiene Loy- è una stretta conseguenza della crisi economico-finanziaria che, in questi ultimi anni, ha stravolto l’occidente; una crisi che, a differenza di quella del 1993, ha determinato comportamenti differenti: mentre agli inizi degli anni 90 il consumatore si è impegnato a contrarre gli acquisti, trascurando la qualità e direzionandosi verso prodotti di “primo prezzo”, oggi l’evoluzione e la maturità del prosumer ha portato alla definizione di un carrello meno ricco in termini di quantità, ma non di qualità. Infatti, il consumatore preferisce acquistare presso i negozi di vicinato -un format di vendita in piena evoluzione ed affermazione- anche una solo bottiglia di olio, purchè sia di ottima qualità.
L’attenzione dimostrata verso le produzioni sane e genuine -continua l’AD di Methos- si trasforma in una richiesta al distributore di impegnarsi per affinare un listino prezzi sempre più vantaggioso. A fronte di questa necessità sarà quindi, importante lavorare sui rapporti di filiera che, ancora oggi, viaggiano fra conflittualità e collaborazione, soprattutto per quanto concerne le produzioni locali. Oggi difatti, i prodotti come l’olio, sono terreno di forte contrasto sia verticale, sia orizzontale, tra produttori e distributori; quest’ultimi con la premium price, hanno lavorato componendo scaffali sempre più grandi in termini dimensionali e soprattutto, più articolati. Entrando in un punto vendita della grande distribuzione si osserva che all’olio sono dedicate intere aree, organizzate seguendo il criterio della regionalizzazione, una strada precedentemente intrapresa dal comparto del vino. La domanda che sorge è dove porterà questa estrema specializzazione e, soprattutto, come questa venga percepita e compresa dal consumatore.
Loy conclude il suo intervento, rivolgendo il pensiero ai mercati internazionali, dove oggi si svolge la partita più interessante per le produzioni made in italy come l’olio, simbolo –oltre che di produzioni di qualità- anche del lifestyle del Bel Paese. È importante in questo senso -termina Loy- sostenere politiche di collaborazione tra i piccoli e medi imprenditori, al fine di affrontare unitamente le sfide del mercato globale.